Marcellino pane e vino

Marcellino pane e vinoSarebbe potuto essere un pomeriggio come tanti altri. Dopo gli impegni di studio, anche quel giorno ero andato da Alberto per trascorrere qualche ora tra amici. Scartata la mia proposta di fare un giro in bici al parco, alla fine decidemmo di restare a casa per giocare un po? ai videogame. Tra una chiacchiera e l?altra, Alberto iniziò a raccontarmi di un episodio accaduto la notte precedente, che inizialmente l?aveva turbato, e successivamente eccitato: aveva beccato i suoi mentre facevano l?amore.Svegliato nel cuore della notte per alcuni rumori, si era alzato e, silenziosamente, si era avvicinato alla fonte dei rumori. Era la camera dei suoi genitori. La porta era appena accostata, e nella penombra della stanza li vide chiaramente avvinghiati mentre ansimavano. Alberto mi raccontò che dopo aver pensato di ricacciarsi sotto le coperte e cercare di dimenticare, iniziò ad eccitarsi, e pensò a quanto sarebbe stato bello avere una ragazza con cui far sesso. Era stanco di accontentarsi della sua ragazza con la quale scambiava baci e carezze, qualche palpatina e nulla più.Al solo raccontare questa insolita ?avventura? notturna, Alberto si era eccitato ancora, tanto da mostrarmi il gonfiore che questa cosa aveva provocato in mezzo alle sua gambe. Anch?io iniziai ad eccitarmi e cominciai ad accarezzarmi il pacco. Alberto era proprio su di giri, e dopo un attimo si calò i pantaloni della tuta e le mutande per mostrarmi il cazzo duro e la cappella gonfia.Non era la prima volta che lo vedevo nudo, e non era nemmeno la prima volta che ci segavamo guardando qualche giornaletto o filmetto. Si faceva a gara a chi schizzava più distante, o a chi sborrava di più. Insomma, nulla di più di quello che facevano tanti ragazzi. Ma quel pomeriggio, forse a causa del suo racconto, iniziammo a guardarci in maniera diversa dal solito. Ricordo che rimasi colpito dalla bellezza del suo corpo, armonioso, atletico, mentre i miei occhi continuavano ad indugiare sul suo cazzo. Fino al giorno prima eravamo due amici che si segano per i fatti propri, ma quel giorno non sapevo cosa avrei dato per poter prendere in mano quel cazzo? In quell?istante lo desideravo più di ogni altra cosa al mondo!La mia voglia doveva trasparire da ogni poro, tanto che Alberto, rompendo gli indugi, ne uscì con un?esclamazione: ?Dai, facciamolo anche noi. Ti va? Facciamo come marito e moglie. Divertiamoci un po? tra di noi!?. Fui colto alla sprovvista dalla sua proposta, ma come un automa mi avvicinai a lui, e lo aiutai a spogliarsi completamente, mentre la mia eccitazione saliva alle stelle. ?Ma come facciamo?? gli chiesi ??siamo due maschi??. La sua risposta fu lapidaria: ?Io sono il maschio, e tu sei la femmina? Fai come ti dico, e vedrai che ti piacerà.?.Ricordo ancora che negli istanti in cui mi stavo spogliando per lui (quando cioè il nostro rapporto stava per subire un cambiamento epocale), sul televisore lasciato acceso stavano scorrendo le immagini del film spagnolo ?Marcellino pane e vino?. Per parecchi anni a seguire ho abbinato quel film a una sorta di senso di colpa per essermi lasciato andare ad istinti perversi, che avrebbero condizionato per sempre la mia esistenza sessuale. Come se quel film mi avesse fatto diventare omosessuale.Sebbene lui avesse fatto un po? esperienza (baci e petting) con la sua ragazza, eravamo entrambi piuttosto impacciati. Inebriato dalla situazione, mi abbandonai totalmente a lui. Ricordo che chiusi gli occhi, e iniziai a sentire le sue labbra sulle mie, schiusi la bocca e le nostre lingue iniziarono a danzare, mentre con la mano cercavo il suo cazzo. Finalmente lo potevo tenere in mano, segare, stringere! Non capivo più nulla. Stavo limonando mentre masturbavo un cazzo meraviglioso. Alberto mi baciava avidamente, mentre si rivolgeva a me al femminile: ?? brava? continua così? vedi quanto ti piace il mio cazzo?? sei mia moglie, la mia puttanella??.A un tratto mi mise in posizione prona, mi allargò braccia e gambe, e si distese sulla mia schiena. Sentì il calore del suo corpo, voltai la testa cercando la sua bocca, la sua lingua, e intanto sentivo il suo cazzo che si muoveva avanti e indietro, strusciandosi tra i miei glutei. Proseguì così, senza penetrarmi, fino a quando non mi sborrò sul culo e sulla la schiena. Si scostò e si complimentò con me: ?? sei stata brava?!. Ma io ero ancora eccitato, avevo tutta la schiena sborrata, e avevo voglia di venire. Mi avvicinai con il viso per baciarlo, cercai di accostare la sua mano al mio cazzo, ma nulla. Alberto si alzò dal letto, andò in bagno e poi tornò a rivestirsi. ?Cosa cazzo vuoi ancora?? mi disse, ?Hai avuto quello che ti spettava, ma adesso vedi di rivestirti e vattene a casa, che ho altro da fare??.Mestamente raccolsi i miei vestiti, cercai di ripulirmi alla meglio, mi ricomposi e, dirigendomi verso l?uscio, gli domandai sei ci saremmo rivisti il giorno dopo. Cercai di baciarlo, ma lui, con fare quasi infastidito, si ritrasse e mi spinse fuori di casa, senza nemmeno una risposta. Mi incamminai verso casa con la testa piena di domande: non sapevo più se mi piacevano gli uomini o le donne; se avevo fatto bene o male a lasciarmi andare; se comportandomi così avevo perso un amico di vecchia data; se la mia vita futura sarebbe stata irrimediabilmente condizionata da quel pomeriggio? Ma a dominare su tutti i dubbi e i pensieri, c?era un fortissimo senso di colpa che mi schiacciava senza quasi lasciarmi respirare. Passai la notte quasi in bianco, ripensando alle emozioni che avevo vissuto, ma anche a tutte le incertezze sul mio futuro.